martedì 22 febbraio 2011

Musica

Da sempre la musica ha svolto un ruolo importante nel campo delle arti visive, basti pensare all’accompagnamento musicale nel teatro greco, atto a intensificare l’effetto drammatico della parola (evocatrice di immagini) e del gesto (che invece poneva idealmente in moto le immagini stesse) al fine di amplificare le facoltà percettive degli spettatori.
E come ha scritto Jean-Rèmy Julien, i “gridi” dei venditori ambulanti e la nascita dei primi messaggi pubblicitari con tanto di musica nelle strade e nelle piazze della Parigi medioevale e nei mercati e nelle città dell’Europa fino alla Rivoluzione Francese. La “rèclame”, la pubblicità musicale cantata e accompagnata dai più svariati strumenti, che si diffondeva in sintonia con l’industrializzazione ottocentesca“.
Con il trascorrere del tempo, si è passati poi dalle prime forme di intrattenimento pre-cinematografiche, quali il teatro d’ombre o le lanterne magiche, elaborate rappresentazioni con immagini proiettate, che richiedevano accompagnamenti musicali.
Per concludere, con la sincronizzazione di suoni, musiche e dialoghi, con l’avvento del sonoro, e con l’esplosione nel nostro secolo della pubblicità radiofonica, televisiva e cinematografica, la musica ha prodotto un proprio linguaggio espressivo, dotato di una sua autonomia semantica ed estetica, indispensabile, oggi più che mai, al decorso delle immagini.
Anche se piegata alle esigenze narrative dei fotogrammi, la musica è entrata prepotentemente nella nostra vita assolvendo di volta in volta funzioni di sottofondo, commento, informative, illustrative, d’intrattenimento, celebrative, d’azione.

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